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CONSULENTI LEGALI……RICCHI ED OPULENTI
di Paola Fenzi
(Consigliere Ordine degli Psicologi del Lazio eletta nella lista SIPAP)
Sono più di due anni da quando si è insediato l’attuale Consiglio dell’Ordine degli Psicologi del Lazio e quindi da quando è iniziata la mia esperienza “politica” nel ruolo di consigliere di “minoranza” nel gruppo SIPAP che, come si sa, è riuscita a far eleggere solo 5 colleghi della propria lista.
Questo ha significato avere una rappresentanza minoritaria in seno al Consiglio, fin qui tutto di ordinaria amministrazione, ovviamente, chi ha la maggioranza comanda, chi la minoranza fa opposizione. Ci eravamo proposti, noi della SIPAP, di lavorare comunque in un clima di collaborazione per far sì che l’Ente funzionasse al fine di favorire e fungere da riferimento ai colleghi psicologi. Questo clima non si è creato e tutto ciò che riguarda le scelte siano esse politiche, siano di categoria, siano economiche, sono esclusivo appannaggio del cosiddetto schieramento di maggioranza, senza alcuna possibilità di dibattito. In questo numero della newsletter troverete altri articoli riguardanti diversi aspetti di questo governo dell’Ordine, a me preme evidenziarne uno: le spese concernenti le consulenze legali.
Cominciamo con la cronaca.
Ad aprile 2006, quindi dopo solo 3 mesi dall’insediamento del nuovo Consiglio eletto, è stata deliberata la stipula di un contratto di consulenza legale con un avvocato, che va detto comunque per un Ordine essere una presenza necessaria. Tale contratto, scadente a fine mandato consiliare, quindi valido per ben quattro anni, prevedeva e prevede un monte ore annuo complessivo pari a 900 con un compenso forfettario di Euro 100/ora più IVA e contributi previdenziali “per lo svolgimento di attività stragiudiziali di consulenza e assistenza, garantire una presenza più assidua dell’avv. (… omissis) presso la sede dell’Ordine e una regolamentazione di tali attività in settori diversificati tra loro (deontologia, pareri, assistenza all’ufficio, consulenza agli iscritti per alcune aree)” - stralcio della deliberazione n. 135-06 del 28.04.2006 approvata senza i voti di noi consiglieri SIPAP.
La prima semplice considerazione matematica è:
1) 900 ore l’anno a 100 euro l’ora fanno 90.000 euro, cui va aggiunta l’IVA (18.000 euro) e i contributi previdenziali
2) 900 ore l’anno corrispondono a circa 2,5 ore al giorno, per 365 giorni, quindi senza sabati, domeniche, natali, pasque, ferie ecc. ecc.
A tutti questi soldi vanno aggiunti gli onorari per l’assistenza giudiziale che il nostro avvocato presta all’Ordine e che vengono fatturati a parte rispetto al contratto di consulenza. Per fare un esempio, solo nel mese di luglio 2006, è stato corrisposto a detto avvocato un importo extra di Euro 7.500 netti per il lavoro di revisione del Regolamento consiliare. Attualmente sta procedendo alla revisione del Regolamento disciplinare, quanto ci verrà a costare?
Se avessimo inserito, come avevamo proposto noi, nella pianta organica una figura professionale con competenza giuridica, procedendo alla selezione attraverso un regolare concorso, credo avremmo risparmiato una cifra considerevole e avremmo avuto veramente a “tempo pieno” un avvocato a nostro servizio e completamente dedicato a risolvere tutte le esigenze legali di questo Ente incluse le difese in giudizio.
Ma il suddetto avvocato non è l’unico consulente legale al quale l’Ordine del Lazio si rivolge, conseguentemente vi sono altri onorari da pagare. La somma complessiva per le consulenze prestate all’Ordine nel 2007 è di circa Euro 192.000, come da bilancio consuntivo, la maggior parte di questa montagna di soldi riguarda le consulenze legali.
Come dicevo, la mia esperienza di Consigliere dell’Ordine è ad oggi minima e non ne ho altre da poter confrontare con questa, ma la riflessione sulle cifre credo sia più che lecita. Non si spende un po’ troppo? Sicuramente le cause che il nostro Ordine deve affrontare sono ineliminabili, né ci si può aspettare che a difesa sia chiamato uno psicologo, ma 90.000 Euro/anno per un contratto come quello descritto è sicuro che fosse così necessario o addirittura indispensabile? E non sarebbe stato meglio rinnovare il contratto anno per anno? Magari nel tempo le richieste di consulenza, sia da parte degli iscritti sia da parte dell’Ente stesso, avrebbero potuto subire modifiche, magari sarebbero potute diminuire.
Non ho altre cose da aggiungere, perché penso che le cifre parlino da sole e ognuno dei colleghi che avrà letto queste mie semplici riflessioni potrà trarre le sue considerazioni sulla “brillante” gestione economica del nostro Ente.