Articoli SIPAP NEWS n° 1/2001





SIPAP, una nuova stagione politica

di Stefano Crispino*

A sei anni dalla sua nascita, la SIPAP si appresta a vivere un'avventura politica decisamente nuova.
Molta acqua è passata sotto i ponti da quando, nell'ormai lontano 1995, i protagonisti di quell'iniziativa presentarono il manifesto politico dei liberi professionisti. Le differenze che indussero alla presa di distanza dai colleghi del Sistema Sanitario Nazionale oggi non possono più ostacolare un processo di graduale unità della professione psicologica. Indubbiamente ci sono, negarlo sarebbe ingiusto. Ma siamo ormai nell'età matura di chi può farsene forte e guardare ad esse come alla ricchezza della nostra professione. Ci che ci unisce è più di quel che ci divide.
Oggi sarebbe un errore imperdonabile disperdere ogni risorsa disponibile nell'agone interno.
Dalla società giunge una domanda emergente di psicologia. Ad intercettarla per ci sono le professioni limitrofe, agevolate dalla riforma universitaria che consente profili simili al nostro e ai quali si accede attraverso eterogenei percorsi di studio.
Il lungo cammino a sostegno degli Psicologi Liberi Professionisti prosegue, non si arresta!
Ma alimentare la contrapposizione tra le associazioni significherebbe non comprendere le aspettative e la volontà della comunità professionale.
La fondazione della nostra professione è una fase da considerare chiusa. Con essa si possono dire superate quelle "norme transitorie" che tanti contrasti hanno determinato. Ci sono ancora incredibili resistenze, come nel Lazio e nel Veneto. Da tali realtà deriva un danno enorme per la categoria! E' grave il ritardo nella conclusione delle procedure di riconoscimento dell'art. 35.
Come gli ultimi giapponesi nella giungla, costoro combattono contro la storia. Lo dimostrano le numerose sentenze a loro contrarie emesse dai tribunali e le vittorie riportate dalla SIPAP nelle elezioni dell'Ordine del Lazio nel 1997 e della Lombardia nel 1999. Ma entro il 2001 queste sacche di inspiegabile prosopopea saranno riassorbite. Ne siamo convinti.

Professione, rivoluzione in corso
Una nuova stagione, dicevamo. La realtà continentale ci presenta un panorama delle professioni in cui le differenze tra lavoratori autonomi e dipendenti non costituiscono elemento pregiudiziale di divisione.
Anche da noi in Italia la contrapposizione tra pubblico e privato appare insensata, messa di fronte al mercato unico europeo. Le procedure per la certificazione di qualità e l'accreditamento renderanno obsoleto lo scontro tra i lavoratori dei diversi contesti. Il principio di sussidiarietà entrato prepotentemente nel vivere quotidiano attenua, fino quasi a cancellare, il confine tra pubblico e privato. La imminente riforma del welfare introdurrà elementi di concorrenza nuovi e trasversali alle due realtà. Il dibattito sulle società di professionisti rappresenta la sintesi di quanto accade. Non è più possibile circoscrivere né all'interno né all'esterno di una professione confini certi. "Tutela" e "conservazione", contrapposti a concetti quali "sviluppo" e "innovazione", si giocano più sul confronto tra vecchie e nuove generazioni che tra lavoratori dipendenti e autonomi.

Riconoscimento reciproco
Ecco allora che possiamo considerare giunto il momento di riconoscere la complementare funzione della maggiori Associazioni di categoria: SIPAP, MoPI, SIPs, FIAP, FAIP, ANPP, CNSP, SIRPAS, AUPI, SIPSOT, SIPEM, ecc. Le diverse culture debbono poter incontrarsi e interloquire. Superare le vecchie barriere, le diffidenze e gli steccati che non hanno più ragion d'essere. Lo ripetiamo, non vogliamo nasconderci le diversità presenti del nostro mondo. Ma proprio noi, con la nostra storia di pionieri del settore privato, capiamo che ora serve un riconoscimento reciproco.
Condizione indispensabile al confronto dialettico e proficuo delle diverse culture. Tutte queste associazioni hanno davanti un compito importante: attivare il processo di trasformazione del dibattito politico. Passare dalla contrapposizione alla collaborazione. Dallo scontro alla costruzione, per compiere insieme il cammino che porti alla ricomposizione di un'unica realtà professionale. Guidare la categoria verso un nuovo e più ampio orizzonte. Questa è la nuova stagione politica.

Ci stiamo attrezzando
Noi non abbiamo già pronta la soluzione per tutti i problemi passati e futuri. Ma certamente stiamo ponendo le basi per costruire il futuro della nostra professione. A partire dai temi più complessi, dalla demedicalizzazione della professione allo sviluppo delle diverse aree della psicologia, dalla riforma dei percorsi universitari a quella degli Ordini.
Per far fronte ai cambiamenti di questa nuova stagione ecco che allora ci siamo dati un nuovo statuto, approvato lo scorso 14 ottobre. Tra le novità ne emerge una che racchiude in se l'importanza delle scelte fatte e di quelle da compiere: la sigla SIPAP non sarà più l'acronimo di "Società Italiana Psicologi Area Privata", bensì di "Società Italiana Psicologi Area Professionale". Un cambiamento a conferma di una nuova scelta strategica: porre fine all'atteggiamento pregiudiziale nei confronti dei colleghi del S.S.N. resosi in passato necessario per dar voce alla maggioranza dei liberi professionisti, esclusi dal governo della professione. Un atteggiamento pregiudiziale rivolto in realtà solo agli esponenti sindacali, impossessatisi dei nostri Consigli nazionali, regionali e provinciali.
é vero, oggi la situazione non è molto diversa. Ma è giunta l'ora di cominciare a dialogare con i Colleghi del settore pubblico. Sono parte della storia della nostra categoria.
é necessario far crollare gli steccati che ci hanno separati in questi anni e raccogliere anche le loro istanze al fine di convogliarle nel progetto liberale e imprenditoriale della SIPAP: "la promozione e lo sviluppo della professione".

*Stefano Crispino
Presidente Nazionale della SIPAP