Dalla prima pagina
Patto di potere, pensiero debole
di Stefano Crispino
Il 2001 è stato un anno prevalentemente caratterizzato dalla campagna elettorale nazionale per l'ENPAP.
Dal punto di vista elettorale, a causa del perverso meccanismo di voto che stabilisce la possibilità di esprimere quattro preferenze su cinque nel Consiglio di Amministrazione (CdA) e 2/3 delle preferenze sui candidati del Consiglio di Indirizzo Generale (CIG) per ciascun collegio elettorale, la SIPAP non è riuscita a capovolgere la situazione. E' in assoluta minoranza nei due organi dell'ENPAP, con un solo rappresentante su cinque nel CdA e cinque rappresentanti su diciassette nel CIG. Prendiamo atto del risultato e ringraziamo a maggior ragione tutti i colleghi che ci hanno sostenuto.
Articolo
Patto di potere e pensiero debole
di Stefano Crispino
Con la nostra presenza noi proseguiremo comunque s nell'azione di controllo puntuale sulle attività e sugli investimenti dell'ENPAP, c soprattutto garantiamo sin da adesso che non verrà mai G meno il lavoro di informazione ai Colleghi iscritti alla Cassa di Previdenza, strumento essenziale per il rispetto dell'irrinunciabile I principio di trasparenza e per il confronto democratico. Ai nostri avversari rimane la responsabilità di dimostrare la loro competenza, la bontà delle loro scelte e di ottenere i risultati auspicati e fino ad oggi disattesi, cioè degli adeguati rendimenti che garantiscano una pensione decorosa.
Anche se le elezioni per il I rinnovo degli organi ENPAP j, non hanno dato i risultati auspicati in termini di eletti SIPAP, dai risultati emerge I però una preziosa mappatura della nostra presenza sul territorio e provengono preziose indicazioni sull'efficacia dell'associazione nelle realtà in cui l'iniziativa è stata seriamente organizzata. Ma soprattutto la campagna elettorale ha evidenziato un fatto politico notevole: siamo la maggioranza relativa della categoria, per batterci tutte le altre componenti politiche sono state costrette ad allearsi contro di noi.
Qualcosa di strano ha infatti caratterizzato le elezioni per il rinnovo degli organi ENPAP. I vertici dell'associazione sindacale di categoria hanno deciso di allearsi con l'attuale maggioranza. Nemico comune la SIPAP. È in sostanza quello che hanno deciso AUPI e gruppo di maggioranza ENPAP (di cui fa parte 'Cultura e Professione' nel Lazio). Insomma un inciucio in piena regola. Un'operazione spericolata, simile a quella che due anni e mezzo fa ha permesso a 'Cultura e Professione' di ottenere per pochi voti, con l'appoggio del sindacato, la maggioranza nell'Ordine del Lazio, sacrificando di fatto una quota del suo elettorato di riferimento che in parte lo ha abbandonato. L'AUPI, dal canto suo, ha deciso di fare da 'comparsa'nel teatro del confronto elettorale e, divenendo ancella di altre organizzazioni politiche, ha scelto per sé l'agonia di una lenta 'scomparsa '.
A parità di votanti, rispetto alle elezioni ENPAP del 1998, la SIPAP ha visto aumentare i propri consensi del 30% circa, da 804 voti a 1044 (preferenze ricevute dalla candidata SIPAP del Piemonte Galliano, che non è entrata nel CdA in quanto per statuto dell'ente non vi possono essere eletti più di due pubblici dipendenti), mentre i votanti delle due altre liste (Maggioranza del presidente uscente Houlis + AUPI) che tre anni fa si erano presentate divise sono rimasti invariati: circa 1.600 voti (800 voti maggioranza uscente + 800 voti AUPI).
In sostanza, grazie al lavoro politico della SIPAP, nella categoria si è determinato un bipolarismo che vede contrapposta la SIPAP al cartello che sin dalla fondazione delle istituzioni della nostra professione ha detenuto il potere (fatte salve le nostre vittorie nel Lazio nel 1997 e in lombardia nel 1999). Nella situazione attuale la SIPAP rappresenta la maggioranza relativa della categoria e le altre forze, che prima si combattevano, hanno deciso di unirsi per mantenere la rendita di posizione: divisi perderebbero. Un accordo i che sembra avere come I unica base programmatica i la permanenza al potere.
Noi della SIPAP siamo rimasti alquanto perplessi ma certamente non sorpresi. Non tanto per la leggerezza con cui queste due formazioni, alquanto incompatibili in teoria, hanno ratificato l'accordo. Quanto per il fatto che fino a pochi mesi prima delle elezioni, su input di alcuni dirigenti dello stesso sindacato, era stata avviata una trattativa con la SIPAP. Un dialogo da noi gestito in modo del tutto trasparente. Prova ne sia il mio editoriale pubblicato sul n. 1 del 2001 della SIPAP News dal titolo "Una nuova stagione politica", rivolto proprio ai colleghi dell'area pubblica.
Il tentato accordo è però saltato per lo stesso motivo che ha portato all'inciucio tra l'AUPI e la maggioranza uscente del presidente Houlis, riconfermata grazie a questo patto. Nessun contenuto programmatico. Nessuna strategia chiara nell'interesse della comunità professionale. Vincere, e poi si vedrà. La SIPAP non c'è stata a prendere in giro gli elettori, a farsi portatrice di un 'patto di potere' fondato su un 'pensiero debole', sull'incapacità ad articolare una 'strategia forte e lungimirante'. Preferiamo non essere contagiati da chi è affetto da questa patologia culturale e politica.
Con tutta probabilità, il malcontento per questo tipo di operazioni elettoralistiche, di vecchio stampo consociativo, si tradurrà nel tempo in un boomerang. Tanto più che, alla luce dei risultati degli investimenti di questo ultimo triennio, i colleghi psicologi si accorgeranno quanto non possa essere condiviso questo patto di potere. Saranno gli iscritti all'ENPAP a pronunciarsi fra un paio di anni.
Nel frattempo noi della SIPAP non staremo con le mani in mano. Faremo la nostra parte, analizzando, proponendo, informando nell'interesse dell'intera comunità professionale.
E vorremmo cominciare sin da adesso, condividendo con i lettori alcune considerazioni sull'andamento dei mercati finanziari e quanto questo possa incidere sui risultati di politica degli investimenti di un ente di previdenza, tanto più se chi lo governa non è capace di tenere i nervi ben saldi.
Da tempo assistiamo, purtroppo, ad una caduta molto accentuata dei mercati azionari mondiali. Con una breve analisi dell'attuale situazione è facile comprendere le cause di questo trend negativo e si può individuare ogni elemento utile a compiere le scelte e le valutazioni più opportune per investire i risparmi degli iscritti all'ENPAP.
Storicamente le Borse mostrano performance positive quando giungono segnali che il punto più basso del ciclo economico è stato superato. Proprio rifacendosi a tale esperienza l'andamento degli ultimi mesi del mercato azionario verrà probabilmente ricordato come uno dei periodi più negativi perché, a fronte di notizie di miglioramento delle principali economie mondiali, si è comunque registrata una significativa caduta dei corsi azionari.
Sia in Europa che negli Stati Uniti, nel corso del 2002, si è avuto un miglioramento delle prospettive economiche. Certo, gli imprenditori americani sono ancora riluttanti a riprendere gli investimenti nelle imprese e questo può costituire un freno alla crescita, ma gli elementi positivi su cui può contare l'economia americana -la spesa pubblica ed i consumi privati- continuano a rappresentare un forte sostegno alla ripresa.
I dati macroeconomici confermano, dunque, uno scenario favorevole nel medio periodo.
Sui listini stanno pesando, invece, altri fattori. I recenti scandali, in particolare, del mercato azionario americano, legati alla trasparenza dei bilanci, stanno alimentando l'idea che questi siano sintomi di un problema strutturale delle economie avanzate. Al contrario, riteniamo che il sistema stia dimostrando la capacità di individuare ed eliminare ogni elemento negativo al proprio interno, per garantire la sua stessa sopravvivenza. Saranno avvantaggiate le aziende sane e correttamente gestite, aziende su cui è continuamente rivolta l'attenzione dei gestori. Ci auguriamo, davvero, che quelli scelti dal nostro ente di previdenza seguano questa strada. Questi investimenti potranno certo subire gli andamenti ciclici del mercato, ma la loro solidità e il loro valore basato su dati certi e di sostanza, dovrebbero farci guardare con maggiore serenità al futuro.
Nel complesso si può ritenere che le quotazioni scontino un pessimismo degli operatori probabilmente eccessivo. Inoltre, un altro elemento che rafforza una prospettiva di miglioramento nel medio termine è il livello raggiunto dalle quotazioni del mercato azionario dopo mesi di deterioramento.
Ora le valutazioni sono più in linea con i livelli osservati prima del boom del 1999, ponendo termine in questo modo ad una fase caratterizzata da un eccesso di fiducia nelle potenzialità di crescita dei profitti, una vera e propria bolla speculativa.
Alla luce di queste considerazioni è quanto mai importante valutare correttamente la composizione di portafoglio degli investimenti, in funzione del loro orizzonte temporale, senza però lasciarsi coinvolgere emotivamente dalla enorme volatilità, anche giornaliera, dei mercati attuali.
In questo senso, I'eccezionalità delle attuali condizioni di mercato, nonché l'intensità della caduta delle quotazioni, potrebbero richiedere un allungamento dell'orizzonte temporale necessario a realizzare gli obiettivi assegnati ai gestori. Una valutazione che tocca agli organi dell'ENPAP. Purtroppo le ultime scelte in materia di investimenti operate dal CIG, su sollecitazione del CDA, appaiono confuse e contraddittorie. Dopo aver affermato e difeso la bontà del piano di indirizzo finanziario del trascorso triennio, tarato su un orizzonte temporale mediolungo, I'attuale maggioranza ha variato sul-la base di dati estemporanei la strategia dell'ente. Ha scelto di passare da un atteggiamento riflessivo e strategico ad un comportamento 'panico' che l 'ha indirizzata verso scelte di tipo tattico e di corto respiro. Per rassicurare più se stessa che gli iscritti -i quali se non fossero da noi informati nulla sa-prebbero delle perdite subite dal nostro ente di previdenza e ancor meno comprenderebbero delle scelte di investimento operate- la maggioranza che governa l'ENPAP opera capovolgimenti irrazionali dei piani di investimento, senza alcuna comprensibile strategia finanziaria. Speriamo che questi comportamenti ondivaghi non accrescano ulteriormente il gap di 27 miliardi già accumulato nell'ultimo triennio.
Del resto, cosa possiamo aspettarci da una maggioranza il cui presidente libero professionista è sostenuto da due pubblici dipendenti della sanità (uno dei due è vicepresidente) e da un rappresentante sindacale ? E meno male che il nostro ente di previdenza è nato soprattutto per garantire una pensione ai liberi professionisti.
Noi, intanto, mentre vigiliamo sulle scelte degli organi istituzionali preposti alla nostra vita professionale e informiamo tutti gli psicologi italiani, lavoriamo investendo ogni nostra risorsa ed energia nella progettazione di una politica professionale riformista ed innovativa.
Senza clamore.
*Stefano Crispino
Presidente della SIPAP