Articoli SIPAP NEWS n° 1-2/2002





La XII Commissione di Palazzo Madama ha ascoltato i membri del Comitato Promotore
La psicoterapia convenzionata approda in Parlamento
Trentamila firme della petizione popolare consegnate al Presidente del Senato

Dalla Prima Pagina
di Catia Del Monte
Dopo la solenna consegna delle trentamila firme al Presidente del Senato, avvenuta il 12 giugno, sono iniziate le audizioni dei membri del Comitato Promotore presso le commissioni parlamentari. "La ricerca sull'efficacia delle psicoterapie -recita la relazione introduttiva al testo legislativo sottoscritto da parlamentari di entrambi i poli comincia ormai a dare risultati di grande interesse, aprendo nuovi scenari dal punto di vista delle scelte di politica sanitaria. Gli studi internazionali, svolti negli Stati Uniti e dall'Organizzazione mondiale della sanità stanno dimostrando che il fattore di prevenzione più importante è quello del sostegno terapeutico alle famiglie, soprattutto a proposito dei disturbi del bambino e delle difficoltà dell'adolescente.

Articolo
di Catia Del Monte.

Se a breve termine i risultati dell'intervento farmacologico, in funzione di contenimento del disagio, sono analoghi a quelli della psicoterapia -continua la relazione- nel lungo periodo i vantaggi legati all'uso della psicoterapia nella prevenzione sono risultati enormemente superiori. "

I1 dibattito tra i membri della commissione e i componenti del Comitato Promotore, che ha organizzato la raccolta delle firme, è stato acceso e ricco di spunti.

"Un incontro davvero molto utile". È questa la pressoché unanime opinione diffusa tra i componenti della Commissione Sanità del Senato dopo l'audizione dei rappresentanti delle associazioni professionali degli psicologi, tra i quali il Presidente della SIPAP Stefano Crispino, in merito alla petizione popolare sulla psicoterapia convenzionata.

L'incontro, tenutosi lo scorso 23 luglio presso la dodicesima commissione di Palazzo Madama, ha dato infatti modo ai rappresentanti del popolo italiano di poter vedere da vicino una realtà che spesso può sfuggire al chiuso delle aule parlamentari. E questo soprattutto grazie alla franchezza delle cose dette dal Presidente della SIPAP, forte del sostegno degli oltre cinquemila colleghi psicologi che, insieme alle altre venticinquemila firme raccolte dal Comitato Promotore, hanno sottoscritto la petizione inviata alle Camere. "Vi siamo riconoscenti -ha esordito Crispino per l'attenzione data a questa petizione popolare che mira a sottolineare l'esigenza di milioni di cittadini ad aver garantito l'accesso ad una cura efficace del disagio psichico. Tengo a precisare che alcuni passaggi del Testo Legislativo per l'accesso alla psicoterapia -ha proseguito il Presidente SIPAP-, per la loro genericità, possono indurre una confusione sulle rispettive competenze dei medici e degli psicologi. Per quanto, infatti, la funzione psicologica non può essere disgiunta dall'agire psicoterapeutico tout court, la legge istitutiva della professione di psicologo riserva il ruolo e la relativa competenza dell'intervento psicologico esclusivamente agli psicologi iscritti all'albo".

L'audizione di Crispino in Senato ha avuto quindi anche momenti volti a non sprecare l'importante occasione e ad evitare al legislatore inutili errori.

"Al fine di non entrare in contraddizione con dettati di legge divenuti ormai patrimonio culturale e scientifico della società italiana -ha infatti detto ancora il Presidente della SIPAP -vi chiedo di apportare alcuni cambiamenti. Innanzitutto modificando all'articolo 2 comma 1, punti a), b) e c) tutti quei termini che facendo riferimento alle competenze psicologiche, quali 'disagio psicologico', 'consulenza psicologica' ecc., non possono indifferentemente essere esercitate da psicoterapeuti sia medici sia psicologi. Sarebbe bene sostituirli con termini meno connotanti, quali 'disagio psichico', 'consulenza familiare' ecc., che rispettino le diverse competenze professionali di base."

"In riferimento poi all'art. 2 -ha detto ancora Crispino- mi permetto di far notare che la specializzazione in psicoterapia è posseduta anche da psicologi iscritto all'albo con lauree diverse da quella in psicologia, in base alle norme transitorie della Legge 18 febbraio 1989, n. 56. Per non creare una disparità di trattamento ed un vulnus a quanto già acquisito dalla legge citata vi chiedo di sostituire il requisito restrittivo della 'laurea in psicologia o medicina e chirurgia' con quello più ampio dell'iscrizione agli albi professionali degli psicologi e dei medici chirurghi'. "

"Nel testo -ha detto ancora in Senato il presidente della SIPAP- si fa poi riferimento al requisito di anzianità di almeno dieci anni. In considerazione del fatto che medici e psicologi per giungere alla specializzazione debbono seguire rispettivamente sei e cinque anni di studi universitari, più il tirocinio, a cui fanno seguito quattro anni di specializzazione in psicoterapia, appare particolarmente elevato il requisito di un decennio di esperienza. Ritengo che potrebbero essere suffficienti da tre a cinque anni."

"Quanto alla remunerazione ed al rimborso dei professionisti faccio presente che se il testo la fissa 'in misura non superiore al minimo delle tariffe indicate dagli ordini professionali', considerato che non è possibile applicare con il consenso degli ordini tariffe inferiori al minimo previsto dal tariffario professionale, sarebbe sensato stabilire direttamente l'applicazione della tariffa minima indicata dagli ordini professionali, in

base ai tariffari approvati dal Ministero di Grazia e Giustizia, oppure cancellare tale indicazione."

"Nel testo si parla infine -ha poi detto Stefano Crispino- della 'supervisione dei programmi terapeutici'. Appare difficilmente applicabile l'ipotesi di centinaia di professionisti di provata esperienza che siano supervisionati costantemente dai pochi colleghi della struttura sanitaria nazionale. Ritengo che 'la valutazione dei programmi terapeutici', insieme al 'sistema di monitoraggio e controllo sulla qualità delle prestazioni di assistenza psicoterapeutica offerta ai pazienti', citati nel medesimo disegno di legge, siano sufficienti a garantire un livello adeguato di assistenza. Propongo, dunque, la cancellazione della parola 'supervisione'. Riterrei, al contempo, innovativa -ha concluso il Presidente della SIPAP- la possibilità di introdurre per gli accreditati, l'obbligo di partecipare ai programmi annuali del1'ECM e di sottoporsi ad un sistema di verifica delle prestazioni, effettuata da associazioni private di categoria qualificate nelle procedure di verifica della qualità".

Questi i passaggi più rilevanti dell'audizione di Stefano Crispino di fronte alla Commissione Sanità del Senato. Un momento di confronto, come si può facilmente capire dal testo qui riportati, piuttosto chiaro e concreto. E sono stati gli stessi senatori a dar atto a Crispino della chiarezza delle questioni poste e per questo della reale utilità dell'incontro.

*Catia Del Monte

Consigliere dell'Ordine del Lazio
e del Consiglio di Indirizzo SIPAP