Articoli SIPAP NEWS n° 2/2001





L'INTERVISTA
Il parere di Giovanni Greco, consigliere del CiG
"CARI COLLEGHI, ANDATE A VOTARE"

"Il CdA ha sbagliato i tempi degli investimenti agendo in controtrasparenza sui mercati finanziari"

"Per dare copertura alla rivaluzione è stato utilizzato il contributo integrativo: oltre al danno anche la beffa"

di Alessio Falconio

Dunque si vota per il rinnovo dei vertici ENPAP. Il 18, 19 e 20 ottobre prossimi più di quindicimila psicologi saranno chiamati ad eleggere gli organi dirigenti del loro ente di previdenza, insomma dovranno decidere chi dovrà gestire i propri risparmi e le proprie pensioni. Un appuntamento importantissimo.
Per questo abbiamo voluto parlarne con un esperto. Giovanni Greco, da anni affianca Aziende Nazionali e Multinazionali, occupandosi del management. Eletto nelle liste della SIPAP nel Consiglio di indirizzo Generale nel triennio appena trascorso, sicuramente ha il bagaglio di esperienza adeguato per valutare la gestione delI'ENPAP, che di qui a pochi mesi dovrà essere giudicata dagli psicologi che si recheranno alle urne.
"Andare a votare è fondamentale -dice Greco-, da uomo abituato a fare i conti con la realtà delle imprese, dico che non recarsi alle urne sarebbe come se in una S.p.A. gli azionisti rinunciassero ad esprimere un giudizio sul modo in cui il Consiglio d'Amministrazione ha operato. E' la stessa cosa. L'ENPAP ha un CdA e gestisce il futuro degli 'azionisti', che in questo caso sono gli psicologi italiani. Solo che si tratta di 'azionisti' che, per la maggior parte, sembrano poco interessati al modo in cui sono gestiti i loro soldi".

Perchè dice questo?
"Le faccio alcuni esempi. Il Consiglio di Amministrazione ha preso decisioni sugli investimenti sbagliando i tempi e agendo in controtendenza sui mercati finanziari, ha perso cosi I'opportunità di rilevanti plusvalenze. Per di più tale risultato è difficile da giustificare perchè ripetuto in 3 anni consecutivi. Si potrebbe dire che comunque sarà riconosciuta agli iscritti la percentuale di rivalutazione, peraltro modesta, ma ciò è vero solo perchè tale rivalutazione è prelevata da un fondo di riserva. In realtà tale fondo, a cui afferiscono eventuali avanzi di amministrazione dei contributi integrativi, doveva servire ad incrementare la percentuale del tasso di rivalutazione agli iscritti e non a coprire i mancati rendimenti: con questo sistema oltre al danno c'é anche la beffa.
Ma altre domande meriterebbero una risposta. Perchè è stata acquistata una sede così sovrabbondante spendendo ben 10 Mld circa? Perchè è stata rifiutata la mia proposta del 1999 di investire in acquisto di box per auto in aree metropolitane, che avrebbero reso dal 19 al 25% all'anno, dicendo che I'Ente, non essendo un'azienda, non poteva fare speculazioni? Ma allora perchè all'inizio del 2001 è stata acquistata una partecipazione azionaria in una SpA controllata da una Compagnia di Assicurazioni? E' evidente che è necessario dare risposte convincenti all'azionista-elettore, posto che ce ne siano."

Ma dove sta la responsabilità degli "elettori-azionisti"?
"In una qualunque azienda risultati di questo tipo avrebbero una sola conseguenza. La richiesta di dimissioni immediate del Consiglio di Amministrazione. Noi abbiamo bisogno di uomini capaci di operare nell'interesse dell'intera categoria, non di occupare posti al solo scopo di navigare nell'istituzione per posizionamento personale."

Ma come opposizione non avete nessuna colpa da rimproverarvi?
"Certamente si. Non essere riusciti a comunicare a tutti gli iscritti le nostre riserve e le nostre obiezioni su questo modo di gestire il nostro istituto."

Ma se le vostre posizionifossero passate, perchè avrebbero faffo la differenza?
"Perchè la nascita e la gestione di un ente di previdenza a capitalizzazione, con tutta la problematica che il sistema previdenziale vive nel nostro paese, rappresenta una realtè dove ci vogliono poche e chiare idee, ed essere determinati nel realizzarle. La maggioranza che ha gestito l'Ente, non lasciando spazio al contributo dei Consiglieri della SIPAP nei due organi (CdA e CIG), non è riuscita ad esprimere alcuna idea utile alla categoria affinchè si potessero risolvere i seri problemi previdenziali degli psicologi. Hanno occupato posti e si sono scambiati piacevoli e cortesi sorrisi con le rappresentanze istituzionali. Ma non hanno fatto nessun passo avanti nella tutela degli interessi della categoria. E di problemi ce ne sono."

A cosa si riferisce?
"Come si sa la SIPAP ha a cuore le ragioni dell'area libero professionale. Ci sono però delle ingiustizie nei confronti dei colleghi operanti nel settore pubblico. Si tratta di colleghi che sono tenuti a versare contributi sia all'ENPAP che all'INPS. Quale atto politico, quale azione da parte di questa magg~oranza per realizzare per costoro un unico riferimento previdenziale? E' chiaro a chiunque che nè qui nè altrove si vuole andare contro la legge. Ma la legge può essere modificata con decise azioni politiche che tengano conto dei mutamenti che stanno cambiando il mondo del lavoro nel più ampio panorama europeo.
Ed ancora, un'altra grande preoccupazione per gli iscritti, la totale accettazione passiva del problema delle ricongiunzioni pensionistiche. Colleghi che hanno versato per decenni ad un altro ente ed oggi versano all'ENPAP, raggiunti i limiti di età, per godere la propria pensione, non possono ricongiungerla se non pagando decine e decine di milioni. La maggioranza anche qui ha seguito passivamente quanto gli veniva detto da parte delle Istituzioni governative. Quale atto politico è stato compiuto in questi 3 anni?"

Cosa direbbe Lei all'elettorato?
"Ai nostri elettori-azionisti direi di rendersi conto che finora, purtroppo, sono stati poco informati e allo stesso tempo sono stati distratti. Per cui chiedano ai candidati di presentare programmi seri, con obiettivi chiari e definiti nei tempi. Li valutino attentamente, tenendo conto anche dei risultati gestionali di questi primi tre anni, e diano il loro voto a chi riesce meglio a convincerli della bontà dei propri progetti.
Per quanto mi riguarda ho cercato di dare il mio contributo, sono convinto che deve essere percorsa ancora molta strada per la costruzione di un solido sistema di tutela previdenziale per gli psicologi italiani.

Ci congediamo così da Giovanni Greco, con l'impegno di informare ancora le nostre lettrici e nostri lettori sulle prossime elezioni d'autunno per il rinnovo dei vertici ENPAP.



Dr. Giovanni Greco