Intervento di Valentina Aprea* tenuto al Convegno di Psicologia Scolastica organizzato dalla SIPAP lo scorso 23 marzo a Milano.
"La proposta sulla psicologia scolastica, approvata dalla Commissione infanzia del Senato e per poco non votata definitivamente anche dall'altro ramo del Parlamento, non mi piace.
Considero innanzitutto debole una legge che nasce con l'intento di istituire un servizio a carattere sperimentare. Poteva pensarci direttamente il Ministero senza incorrere in tutte le difficoltà legate alla produzione normativa ordinaria. Non si può disturbare il Parlamento per una proposta che è sperimentale.
Ma soprattutto prevedere con legge dello stato l'affidamento ad un servizio di psicologia scolastica esterno all'istituzione scuola, di compiti che di questa sono propri, mi lascia molto perplessa, e lo dico soprattutto come insegnante. Riconoscere, come si fa con questa proposta, che le scuole hanno bisogno di un tutore esterno per far ciò per cui invece nascono ed esistono, mi sembra un po troppo.
Ciononostante è pur vero che ci sono alcune situazioni particolari, che vanno appunto considerate fuori dalla norma. Dalla lettura del disegno di legge si capisce che tutte le scuole hanno bisogno del servizio di psicologia regionale per contribuire al miglioramento dell'attività scolastica, per sostenere lo sviluppo armonico dell'adulto, per prevenire i disagi psicosociali e per il complessivo benessere degli alunni e degli educatori scolastici.
lo sto dalla parte vostra, ma non sto dalla parte di questa legge. Non è possibile scrivere in un provvedimento che la scuola italiana per funzionare deve essere messa nelle mani di un servizio di psicologia scolastica. La questione è un'altra, e cioé che la nostra scuola di massa ormai viene delegata a fare tutto. Spesso a sostituirsi anche alla famiglia, al rapporto con quegli adalti che dovrebbero educare. Certamente esistono della patologie che vanno affrontate con urgenza e delle situazioni di disagio grave. Però mi rifiuto di pensare che un'insegnante che abbia un problema con la propria classe, debba trovare la competenza per risolverlo attraverso una figura esterna che supervisiona il suo lavoro. Volendo spingere alle estreme conse- ' guenze il mio discorso, significa mettere sotto tutela il dirigente, il docente, lo studente e tutti quelli che sono nella scuola. La scuola non ha bisogno di questo.
Anche io ho presentato una proposta che prevede la presenza difigure tutoriali. Però non possiamo accettare che le finalità siano ampie al punto da coprire tutte quelle proprie della scuola.
Le patologie ci possono essere, ma non si può scrivere una legge come quella votata al Senato. Non possiamo prevedere che in tutti i casi e in tutte le situazioni non positive, si ricorra al servizio di psicologia scolastica. Perché se non diamo credito alle istituzioni scolastiche allora è finita.
Il problema non è tanto quello di richiedere l'aiuto dello psicologo quando ci si trovi di fronte a situazioni anomale, ciòè prevedibile, piuttosto é quello di avere una figura sempre presente che, in tal modo, finirebbe per mettere sotto tutela dirigenti, docenti e studenti.
E' vero, abbiamo una scuola che è ancora legata a vecchi schemi di gestione e che solo da poco si sta aprendo ad altri modelli, come l'autonomia didattica, che dà alle scuole la possibilità di decidere un curriculum locale ad integrazione di quello nazionale. Abbiamo una scuola di massa che non riesce a garantire il successo formativo per tutti i ragazzi, tuttavia se non c'è quel famoso benessere nelle classi che tutti auspichiamo non possiamo pensare di caricare sulle spalle dei docenti anche quelle funzioni che effettivamente non possono svolgere.
Certo, bisogna mettere la scuola nelle condizioni di trovare le migliori soluzioni possibili, rompere la rigidità per cui nella scuola oggi lavorano solo gli insegnanti. Ma non si può creare e istituzionalizzare un altro servizio, renderlo pesante e far dipendere la scuola da altre istituzioni esterne.
Noi siamo favorevoli alla presenza nella scuola di persona specializzate come voi. Quello che ci preoccupa è che, come al solito, la soluzione sia ricercata all'italiana, in via sperimentale, con finanziamenti incerti e con una dipendenza da altre amministrazioni e da altri finanziamenti che non siano quelli della scuola. Bisogna mettere le scuole nella possibilità di avere autonomia finanziaria e di aprire la porta anche a figure come quelle degli psicologi."
*Valentina Aprea
Sottosegretario alla Pubblica Istruzione e parlarnentare di Forza Italia
Intervento di Carla Mazzuca* tenuto al Convegno di Psicologia Scolastica organizzato dalla SIPAP lo scorso 18 maggio a Roma.
"Il lavoro che la SIPAP sta facendo in tutta Italia evidenzia la fecondità del rapporto tra il legislatore e il mondo delle professioni, come quello con la professione di psicologo dimostra.
La legge sulla psicologia scolastica, votata dal Senato ma non ancora dalla Camera dovrà probabilmente fare i conti con il cambio di gestione politica in atto, dalI'Ulivo alla Casa delle Libertà. Non so cosa deciderà il Centrodestra sulla definitiva approvazione di quelI'importante provvedimento Posso però affermare con sicurezza che nella Commissione speciale sull'infanzia del Senato, che ho avuto l'onore di presiedere nella legislatura appena conclusa, ci sono stati ritardi proprio per la necessità di mediazione tra le diverse concezioni ascrivibili ai due poli. E' inutile dire che si è giunti alla composizione di tanti progetti concorrenti attraverso un grande lavoro di confronto. Il Centrosinistra ha voluto fortemente lo psicologo come una delle componenti indispensabili della formazione nell'ambito scolastico. Una figura evidentemente esterna, ma decisamente impegnata, attraverso quella legge, a ottimizare le relazioni all'interno della scuola, a dare consulenza e aiutare a migliorare le attività di coordinamento. Invece il Polo è stato spaventato da questa commistione tra psicologia e scuola, dal fatto che questo potesse voler dire un'espropriazione delle famiglie degli studenti. Lo scontro, prima di giungere alla mediazione in Commissione, è stato notevole. Purtroppo i tempi non ci hanno aiutato. Per la nuova legislatura è necessario dunque ripartire proprio da quell'intesa. Essa prevede innanzitutto un approccio sperimentale, cioé un'esperienza non definitiva ma sottoposta a valutazione prima dell'eventuale allargamento a tutte le scuole. L'altro punto estremamente importante è la delega da parte del legislatore nazionale alle regioni nella scelta di attivare o meno questa sperimentazione e anche nella organizzazione, rimanendo però entro le linee definite dal Parlamento. Questa modalità ha permesso di superare alcuni ostacoli e di raggiungere un accordo per una legge che fornisse un input forte alle regioni.
Si tratta di regolamentare una realtà che già esiste. Nel mio vecchio collegio senatoriale di Roma nord, moltissime scuole avevano già attivato forme di collaborazione con gli psicologi, sia universitari che professionisti. Avevano attivato una serie di iniziative differenziate, dallo sportello di ascolto ai gruppi di lavoro con le famiglie, dal telefono per il disagio al raccordo con gli insegnanti per avere una consulenza nelI'attività di valutazione degli allievi. Io mi ero fatta carico di fare in modo che quell'esperienza fosse messa a disposizione delle altre scuole. E non per una fissazione del centrosinistra, come qualcuno avrebbe voluto far credere, ma per un'esigenza della società. Altrimenti molte scuole non avrebbero mai realizzato queste esperienze. Voi ci insegnate che la società è cambiata. Che specialmente in alcune zone esiste questa necessità di supporto alla scuola da parte di una professione che non è direttamente coinvolta nel compito primario della istruzione, formazione ed educazione del ragazzo. Un tertium tra genitori, istituzione scolastica e alunni, estremamente importante proprio perchè riesce ad avere una visione molto equilibrata e professionale delle problematiche emergenti, molto spesso sottovalutate. A Stefano Crispino che mi chiedeva conto del destino che avrà o meno questo progetto di legge dico che il mio impegno personale sarà molto forte. Per iniziare lo ripresenterò immediatamente in parlamento."
*Carla Mazzuca
Presidente uscente della Commissione Infanzia del Senato,
rieletta alla Camera dei Deputati nelle liste dei Democratici