![]() |
||
|
||
|
Una inversione di rotta negli investimenti ha permesso di superare Enpap: i conti tengono, Nessun rischio per le pensioni degli psicologi:
Il confronto tra due diverse governance Il confronto su quanto i rendimenti degli investimenti hanno coperto le rivalutazioni dovute per legge negli anni 1996-2004 e nel periodo 2005-2007 mette in luce una differenza enorme: nel primo periodo l’Enpap è stata capace di coprire le rivalutazioni mediamente solo per il 6,87% (grafico 1), per il resto la copertura è stata assicurata ricorrendo all’avanzo di gestione del fondo contributo integrativo (il 2% pagato dai nostri clienti-pazienti); negli ultimi tre anni dal 2005-2007 la copertura delle rivalutazioni è stata assicurata mediamente per quasi l’85% (grafico 2). Grafico 1 Grafico 2
Com’era andata nei primi sette anni Dal 1996-98 al 2005, l’Enpap era in una situazione di stallo, caratterizzata da una cronica incapacità di raggiungere gli standard di rivalutazione previsti per legge. In altre parole, anche quando i mercati finanziari andavano a vele gonfie, gli investimenti effettuati dall’Ente non producevano rendimenti sufficienti a raggiungere il tetto minimo previsto: il disavanzo tra rendimenti effettivi e rivalutazione prevista per legge doveva essere coperto con il contributo integrativo, pari al 2% del fatturato, pagato dai clienti e versato dagli iscritti. Tali quote, così usate, non potevano essere destinate a finanziare le forme di assistenza, uno dei due scopi sociali dell’Enpap. In sostanza, l’Ente non produceva ricchezza e questo le impediva di attivare alcuna forma di assistenza agli iscritti. Un timido segnale di ripresa si è verificato nel 2005, primo anno di iniziale compartecipazione alla gestione da parte della Sipap. Nel consuntivo 2005, infatti, i rendimenti di gestione sono pari a 7.785.808 euro, contro gli 8.908.291 euro previsti per legge, disavanzo di soli 1.122.483. Un differenziale di rendimento decisamente inferiore ai 7.869.430 del 2001 e ai 7.263.192 del 2002, così come degli oltre 3 milioni e mezzo del 2003 e dei 3 milioni e due del 2004.
Nel 2006 la svolta Il 2006 per la prima volta nella storia dell’Enpap gli investimenti hanno prodotto una rivalutazione maggiore di quelle previste per legge: il rendimento netto del patrimonio mobiliare è stato di 11.236.744 a fronte dei 9.280.587 previsti per legge. L’avanzo ha permesso di accantonare 1.956.156 euro al fondo di riserva e, soprattutto, il trend positivo ha consentito di creare le condizioni di copertura finanziaria necessarie per destinare nel bilancio di previsione del 2007 fondi pari a 8,5 milioni di euro da erogare per l’assistenza degli iscritti. Il 2007 ha segnato una nuova e inaspettata battuta d’arresto. La crisi finanziaria internazionale non ha permesso di raggiungere il livello di rivalutazione dei montanti contributivi, nel 2007 fissato per legge a 10.558.479. Con gli investimenti effettuati, si è raggiunta una rivalutazione del patrimonio mobiliare di quasi 4 milioni di euro (3.988.636 euro) con un disavanzo di 6.599.842 euro. Questo risultato non eccezionale deriva anche dalla responsabile e coraggiosa decisione del Cda di dismettere un prodotto di 20 milioni di euro (Credit Lyonnais Bond) che era una vera e propria palla al piede, dato che il suo rendimento effettivo era un esiguo 1% vista la struttura che garantiva rendimenti alti solo nei primi anni. La Sipap ha chiesto al Cda, come per altre gestioni e prodotti, la dismissione di questo strumento finanziario, ormai obsoleto, anche se avrebbe comportato una minusvalenza di ben 2.970.000 euro, che ha ovviamente penalizzato la rivalutazione per l’anno 2007.
Un 2008 meno terribile grazie a intuizioni felici e scelte oculate La riformulazione del portafoglio titoli e una strategia di gestione impostata su lungo periodo hanno permesso di limitare le perdite in un anno terribile per i mercato finanziari, la peggiore crisi dopo quella del 1929. Mentre i mercati hanno perso dal 40% al 60%, l’Enpap ha limitato le perdite a circa il 10%. Questo grazie alle indicazione della Sipap che, a partire da autunno 2007 e fino a novembre 2008, ha indirizzato l’Ente verso una serie operazione di risanamento degli investimenti. L’Enpap è uscita dalle gestioni esterne e ha dirottando il patrimonio su titoli di Stato per oltre l’80%. Questa scelta, che garantirà la rivalutazione degli investimenti al 4% netto nei prossimi quattro anni, permetterà di superare il target previsto pari al 3,6%. Insomma, verrà garantito agli iscritti il minimo di legge proprio in un momento difficilissimo per i mercati finanziari, cosa che, in 10 anni, è avvenuta solo nel 2006. Insomma, la Sipap ha scelto responsabilmente di fare delle scelte coraggiose per salvare i soldi degli psicologi, anche se questo significherà far risultare le minusvalenze nel bilancio 2008. Scelte trasparenti e strategiche nonostante il governo, proprio a causa della situazione eccezionale dei mercati finanziari internazionali, ha varato un Decreto legge che permetterà a tutti gli enti pubblici e privati e perfino alle società di dichiarare nel bilancio 2008 il valore nominale degli investimenti alla data del 31 dicembre 2007. Le perdite, comunque, non intaccheranno il montante contributivo degli iscritti perché coperto con il patrimonio netto (avanzo di gestione prodotto con il risparmio degli anni precedenti). Insomma, ogni singolo centesimo versato dagli psicologi per le proprie future pensioni è saldamente nelle casse dell’Enpap, rivalutazioni comprese: chi dice il contrario è o ignorante o in malafede! In questi ultimi due mesi, infatti, sono girate su internet voci incontrollate, disinformate e/o disinformanti, che affermavano urlando: “La nostra pensione rischia l'azzeramento!”. Nulla di più falso. È necessario che gli iscritti all’Enpap valutino l’opportunità se votare, alle prossime elezioni per il rinnovo degli organi dell’ente di previdenza, coloro che si candideranno con una simile carta di identità. Sia in caso di ignoranza che di malafede, mettereste i vostro sudati risparmi nelle mani di coloro che, chiedendo trasparenza, giocano a chi “la spara più grossa”? Nel grafico 3 è evidente il miglioramento del differenziale tra rendimenti effettivi (colonne bordeaux) dell’ultimo triennio rispetto ai due trienni precedenti. Tanto più se si tiene conto che da giugno 2007, scoppio della bolla speculativa dei subprime e del mercato immobiliare americani, è stato necessario affrontare la peggiore crisi dei mercati finanziari dal lontano 1929. Grafico 3
|
|