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Serve un cambiamento nella gestione degli investimenti mobiliari

Investimenti: in mora
l’advisor dell’Enpap

I Consiglieri Sipap chiedono il ritiro del mandato al consulente finanziario

 

di Robert Bergonzi

Il fallimento della Lehman Broters non ha risparmiato neppure le casse dell’Enpap. La scarsa capacità di stare sul mercato con un “timing” adeguato alle situazioni di crisi, di chi consiglia gli investimenti, ha fatto sì che l’ente di previdenza degli psicologi subisse una perdita di 9,5 milioni di euro, a causa dell’acquisizione di un’obbligazione della Lehman Brothers, e di questi solo circa 1 milione e cinquecento mila euro sarà recuperabile. L’acquisizione dell’obbligazione della Lehman Brothers è stata infatti proposta al Consiglio di Amministrazione dall’advisor che aveva ricevuto mandato nel 2002 dalla coalizione che all’epoca guidava l’ente (ne facevano parte sia “Cultura e Professione” che “Aupi”) a febbraio 2008, quando il rischio America era ben conosciuto a causa della crisi dei mutui subprime. Peraltro, nei primi nove mesi dell’anno, con il deteriorarsi della situazione finanziaria internazionale ed in particolare delle banche d’affari americane, sarebbe stato necessario da parte dell’advisor dell’ente effettuare un monitoraggio costante che permettesse di individuare i momenti critici e i titoli a rischio “default”. Perciò la vulnerabilità dell’Ente, esposta come tutti gli investitori istituzionali alle dinamiche impazzite dei mercati finanziari e alle speculazioni spregiudicate degli operatori di borsa, affonda le radici anche nelle scelte sbagliate della vecchia amministrazione.

 

Serve una gestione più responsabile

L’Enpap, in questi anni, non è mai riuscito a raggiungere i livelli di rendimento previsti per legge proprio a causa degli investimenti suggeriti dall’advisor. Il differenziale tra i rendimenti effettivi raggiunti dall’Ente negli anni e quelli riconosciuti agli iscritti per legge raggiunge ormai una cifra di circa 34 milioni di euro. Proprio in considerazione di questo andamento insoddisfacente, la Sipap, sin dallo scorso anno, ha impostato al Cda la dismissioni di più dell’85% del vecchio portafoglio e ad oggi ha fatto investire in titoli di stato circa 300 milioni di euro del patrimonio dell’ente (con rendimenti netti di circa il 4%) sui 350 milioni complessivi. Questa scelta assicurerà nei prossimi tre/quattro anni un rendimento netto annuo di oltre 10 milioni di euro sull’85% del patrimonio attuale.

 

Taglio netto col passato

Liberare l’Enpap, in via definitiva, dal giogo di una vecchia maggioranza che tra comportamenti opportunistici, ostruzionismo consiliare e speculazione politica, ha impedito il perseguimento degli obiettivi istituzionali. Con queste motivazioni la Sipap ha chiesto al Cda la revoca del mandato a chi, fin dal momento dell’incarico non è quasi mai stato in grado di proporre e orientare una gestione degli investimenti che permettesse di raggiungere il target dovuto agli iscritti (solo 2006, con i mercati finanziari in piena espansione, è stato possibile), sommando fino a circa 34 milioni di euro di mancati rendimenti.

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