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Crisi finanziaria e previdenza privata I fondi di previdenza integrativa registrano ingenti perdite… al contrario l’ENPAP, anche nel 2008 assicura i rendimenti previsti per legge e mantiene al sicuro il montante contributivo di ogni suo iscritto
Negli ultimi giorni sono state diffuse notizie terroristiche in maniera strumentale in merito all’ENPAP, nelle quali si affermava che l’Ente avrebbe dissipato 30 milioni di euro dei contribuenti. Detto per inciso che queste affermazioni sono state fatte senza apportare uno straccio di documentazione che le sostenga, vogliamo tornare ad analizzare a più ampio raggio la situazione economica locale e internazionale allo scopo di fornire un’informazione equilibrata e veritiera. Chi ha interesse ad accusare l’attuale amministrazione dell’ENPAP non esita a gridare ai quattro venti quanto sia stato perso, senza prestare attenzione quanto invece è stato salvato proprio in virtù delle scelte strategiche fatte per blindare il capitale dell’ENPAP. Soprattutto osserva la realtà dal buco della serratura, senza guardarsi intorno. Se lo facesse si renderebbe conto che la crisi finanziaria intercorsa tra il 2007 e il 2008 è stata una specie di “tsunami” che ha travolto banche, fondi pensione e varie altre forme di investimenti privati, nonché ha interessato tutte le Casse Previdenziali dei Liberi Professionisti del nostro Paese. Per la nostra disamina prendiamo spunto da un articolo pubblicato il 15 dicembre 2008 su A.Di.Co. (Associazione Difesa Consumatori). In questo articolo si mette in evidenza che chi ha scelto nel 2007 di investire il proprio TFR (Trattamento di Fine Rapporto) nei fondi della previdenza privata integrativa ha subito gravi perdite le quali oscillano tra il 6% e il 15%. Nell’articolo si riferisce inoltre che l’Ocse ha stimato che in tutto il mondo, Italia compresa, i piani pensionistici privati, che aderiscono a detta organizzazione, hanno perso 5 miliardi di dollari. Infine si afferma, in merito al TFR, che la scelta più oculata è stata quella di chi ha lasciato i fondi nelle aziende presso le quali i dipendenti lavoravano, in quanto così ha avuto un rendimento assicurato del 3,1% previsto per legge, mentre chi ha investito il proprio TFR in fondi di previdenza privata integrativa, otterrà rendimenti più bassi (www.associazionedifesaconsumatori.it/?p=355).
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