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La volpe nel pollaio
I metodi ostruzionistici dell’asse “AUPI - MOVIMENTE” per osteggiare il varo della politica di assistenza a favore dei liberi professionisti
Come ormai tutti sanno, faticosamente dopo più di dieci anni di vita dell’ENPAP, sono state varate le forme di assistenza a favore degli iscritti, rappresentati per più dell’ottanta per cento da liberi professionisti. Per noi, la fatica più grande è stata quella di arginare e superare il costante boicottaggio messo in atto dai Consiglieri “Aupi - Movimente - Noi Psicologi (i due transfughi passati all’Aupi)”, che già da molto tempo, hanno costituito un vero e proprio asse politico all’interno dell’Ente, basato sul desiderio di paralizzare lo start up di politiche favorevoli al sostegno e alla tutela dei liberi professionisti. Il metodo usuale, reiteratamente messo in atto negli ultimi anni da quei Consiglieri, è semplice, evidente. Si compone di diverse tattiche: all’atto delle votazioni, spesso e volentieri, si assiste ad improvvise assenze in blocco dei Consiglieri, la manovra tende a far mancare il numero legale necessario alla prosecuzione dei lavori; voto contrario o astensioni multiple alle votazioni importanti; calcolate assenze, dovute ufficialmente a improvvisi bisogni fisiologici, tutte — casualmente — al momento dell’espressione del voto, l’obiettivo è risultare assenti alle votazioni. Però, di questo metodo rimane traccia nei verbali del CIG ed è quindi rischioso, dal punto di vista della visibilità politica, per chi lo mette in atto. L’altro metodo è molto più subdolo e raffinato: presentare ricorso ai Ministeri, l’equivalente della famosa “coltellata alle spalle”. In questo caso si è sicuri (così pensano!) che il 99% dei colleghi non avrà modo di saperne nulla. Lo testimonia il fatto che alcuni Consiglieri di quell’asse, nei mesi scorsi, hanno presentato un ricorso che mirava all’annullamento della delibera relativa ad una variazione di bilancio. Tale ricorso ha di fatto procurato il rischio di una sospensione dei termini di risposta da parte del Ministero e quindi di un ritardo dell’approvazione se non, addirittura, dell’annullamento della delibera di variazione del bilancio (vanificando così due anni di lavoro).
1. Qual’era la materia trattata nella delibera di variazione del bilancio? La costituzione del fondo di 5 milioni di euro necessario a garantire l’assistenza ai liberi professionisti!! 2. Qual è stato il motivo del ricorso che ha determinato la sospensione dei termini e del rinvio dell’approvazione ministeriale? Udite, udite: oggetto del ricorso sarebbe stata l’illegittimità delle modalità con le quali è stata comunicata l’integrazione dell’Ordine del Giorno del CIG del 24 maggio 2008, che prevedeva l’inserimento del punto 3bis “Nota di variazione al bilancio di previsione 2008”. Nessun rilievo nel merito, quindi, ma solo un piccolo pretesto usato da alcuni Consiglieri, appartenenti a quell’asse, per rendere inutile tutto il lavoro e gli sforzi profusi. Secondo i ricorrenti, la comunicazione di tale inserimento all’OdG e la trasmissione della documentazione ad essa relativa, sarebbe stata comunicata con un preavviso di giorni ingiustificatamente breve, non sussistendo il carattere di urgenza (sic!) della variazione dell’O.d.G. Inoltre, detta variazione era stata comunicata tramite e-mail (sic!!), contrariamente da quanto previsto dal Regolamento dell’Ente, secondo il quale le convocazioni delle riunioni devono essere fatte tramite fax o telegramma. Motivazioni davvero inconsistenti e cavillose che miravano realmente ad affossare l’approvazione ed il varo delle forme di assistenza per i liberi professionisti. L’obiettivo ulteriore era quello di poter sbandierare una presunta incapacità gestionale dell’Ente e accreditarsi come i soli salvatori della patria. Chiaramente della loro patria, ambiente culturale che mai coincide con la soddisfazione delle necessità degli Psicologi ed ancor meno con quello degli Psicologi liberi professionisti. Questo increscioso episodio (che purtroppo temiamo faccia parte di una irresponsabile strategia sistematica ordita a danno dell’Ente e a detrimento dei liberi professionisti) deve far riflettere su come e quanto l’AUPI, un sindacato i cui iscritti sono dipendenti di strutture pubbliche, sia inadeguato a condurre un Ente, quale l’ENPAP, nato principalmente per tutelare gli Psicologi che hanno intrapreso la libera professione. Infatti, i dipendenti pubblici hanno poco da perdere se i fondi per l’Assistenza ENPAP tardano ad arrivare, perché il contratto che hanno sottoscritto con la struttura pubblica per la quale lavorano, garantisce loro malattia, maternità e altre forme di tutela, di cui i liberi professionisti non hanno mai potuto godere e che sono riusciti ad ottenere solo quest’anno. Ancora di meno capiamo le scelte delle colleghe di Movimente e delle due transfughe di NoiPsicologi che, seppur formalmente, si presentano come portatrici di istanze in linea con le esigenze dei liberi professionisti, si sono alleate con l’AUPI e in consiglio, all’atto delle votazioni (attraverso astensioni, assenze ecc.) si comportano in modo contrario, di fatto boicottando qualsiasi decisione a vantaggio dei liberi professionisti. Tra qualche mese si voterà per il rinnovo degli organi dell’Enpap e il sindacato Aupi, insieme a Movimente e forse anche con “Cultura e Professione” nel Lazio, probabilmente presenterà una sua lista sotto false spoglie, con slogan del tipo “uniti per la professione”. Da sempre l’AUPI si prende gioco dei liberi professionisti, presentando candidati dipendenti e non sotto sigle che non permettono di identificarne la provenienza. Il loro programma parlerà di tutela della categoria contro coloro che la vogliono spaccare, vorrà mettersi a guardia degli interessi generali, in sostanza chiederà agli elettori di nominare “la Volpe guardiana del pollaio”. Stavolta i liberi professionisti non cadranno nel tranello, perché se l’AUPI vuol far la volpe noi non siamo disposti a fare la fine dei “polli”.
Entriamo nel merito. Nella riunione del 18 luglio 2008 il Collegio dei Sindaci dell’ENPAP ha preso atto della nota del Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali che informava l’Ente della sospensione dei termini di decorrenza in materia di vigilanza sui bilanci di previsione, di cui all’art. 3, comma 3, del decreto legislativo n. 509/1994 e, quindi, rinviando l’approvazione della variazione di bilancio deliberata dall’Enpap. Alle argomentazioni del ricorso presentato, hanno dato risposta inizialmente il Collegio dei Sindaci con una nota e, in data 05/09/2008, il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Il Collegio dei Sindaci, ha preso in esame la documentazione relativa al Regolamento al fine di valutare se esistessero elementi sufficienti a sostegno del ricorso e se le scelte procedurali del Coordinatore del CIG fossero state corrette. Detto Regolamento prevede che, nel caso esistano motivi di urgenza, è possibile convocare una riunione con soli tre giorni di anticipo. Il Collegio dei Sindaci ne ha dedotto che, se è possibile convocare una Riunione del Consiglio di Indirizzo Generale, i cui Consiglieri provengono da tutta Italia, con soli tre giorni di preavviso, a maggior ragione è legittimo inserire un’integrazione all’OdG con questo stesso limitato preavviso. Per completezza di informazione c’è da tenere conto che l’integrazione all’OdG della seduta del CIG del 24 maggio è stata fatta il 20 maggio 2008 e la documentazione relativa è stata trasmessa il 21 maggio, cioè esattamente tre giorni prima. Dall’analisi di quanto esposto il Ministero ha convenuto sul fatto che “(...l’atto integrativo della convocazione, pur non essendo stato spedito tramite lettera o fax, come previsto dal regolamento, ha comunque raggiunto lo scopo in quanto 9 su 10 dei ricorrenti sono stati presenti alla seduta del 24 maggio 2008 e non hanno ritenuto di far rilevare la presunta illegittimità all’inizio della seduta.”. Il Regolamento prevede, inoltre, che la decisione circa il carattere di urgenza della situazione spetta unicamente alla discrezione del Coordinatore del CIG il quale è il membro più informato sulla programmazione delle sedute del Consiglio e sui tempi necessari per adempiere agli obiettivi fissati. Anche su questo aspetto il Ministero ha condiviso le osservazioni del Collegio dei Sindaci rispondendo ai ricorrenti: “Per quanto riguarda l’inesistenza del requisito dell’urgenza, considerato che anche tale presunta illegittimità non è stata fatta valere preliminarmente dai ricorrenti in apertura di seduta, si rammenta che la valutazione della sussistenza di tale requisito è rimessa al coordinatore – come rilevato anche dal Collegio Sindacale – ed è stata ammessa dalla maggioranza dei componenti del Consiglio di Indirizzo che hanno deliberato sul punto.”. In sostanza, il Ministero conclude che in merito al citato ricorso: “Si ritiene pertanto non contestabile la validità della comunicazione integrativa dell’o.d.g. della riunione del 24 maggio 2008”. A quanto stabilito dal Ministero possiamo aggiungere per dovere di cronaca che, in merito al contestato utilizzo del mezzo telematico per la comunicazione dell’integrazione e la trasmissione della documentazione, questa modalità è stata nel tempo reiteratamente utilizzata dal Coordinatore senza che alcuno abbia mosso la benché minima obiezione. Ciò, infatti, è accaduto per le sedute del 16/04/2005, 28/10/2006, 14/04/2007, 06/10/2007 e 15/12/2007. Non si capisce come mai questa modalità, sicuramente più efficiente ed economica dell’utilizzo del fax o del telegramma e, peraltro, diventata prassi consolidata nel corso degli anni, oggi diventi all’improvviso motivo per presentare un ricorso al Ministero, rischiando di bloccare la costituzione del fondo straordinario per l’assistenza inserito nella delibera di approvazione delle variazioni del bilancio di previsione del 2008, con pesanti ripercussioni sugli iscritti e in particolare su quelli in difficoltà. Infatti, tra le altre cose, nel bilancio di previsione del 2008 sono stati stanziati i fondi per garantire nel tempo la copertura dell’Assistenza Sanitaria Integrativa e di tutte le altre forme di Assistenza a partire dall’anno 2009. Qualsiasi lentezza burocratica avrebbe potuto provocare notevoli ritardi, con conseguenze gravi su quanti usufruiscono dei fondi per l’assistenza. Questi i motivi per cui riteniamo importante che alla guida dell’ENPAP ci debbano essere consiglieri appartenenti ad una associazione quale la SIPAP, nata per la tutela dei liberi professionisti e che, in questi ultimi tre anni, ha promosso lo sviluppo di una politica al servizio dei Colleghi, necessaria a garantire loro un futuro più dignitoso, soprattutto nei momenti in cui dovessero trovarsi più in difficoltà.
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